UN PRIMO PASSO VERSO IL DISTRETTO RETE: IL MAGAZZINO VIRTUALE

UNA NECESSITÀ PRIORITARIA: ABBATTERE I COSTI

In questo lavoro di tesi si è voluto presentare uno strumento gestionale che potrebbe risultare di notevole importanza se applicato all'interno di un Distretto Industriale.

Questo strumento nasce da due esigenze reali:

L'esigenza di agire sul taglio dei costi di gestione delle scorte piuttosto che su di un aumento di produzione, ed ancor di più sui costi di approvvigionamento è di semplice e lineare logicità.
Nel settore industriale, i costi logistici sono dello stesso ordine di grandezza della Manodopera Diretta per i beni di basso valore unitario (ovvero per la quasi totalità dei beni prodotti nei Distretti). Ad esempio essi sono compresi tra il 5% ed il 20% nell'industria alimentare, tra il 10% ed il 12% nell'industria meccanica. Rispetto al capitale immobilizzato, il costo del magazzino si aggira attorno al 30% annuo.
Pertanto i costi logistici contribuiscono in modo significativo alla determinazione del costo complessivo di numerosi beni.

Questi capitali immobilizzati sono improduttivi, perché non generano ricchezza, ma anzi perdono valore per effetto dei fenomeni inflattivi; essi non possono essere utilizzati per altre attività che producano valore; spesso essi costituiscono un limite virtuale a nuovi investimenti produttivi; se quei capitali fossero disponibili eviterebbero parte dell'indebitamento presso terzi.
Il costo eliminabile dalle spese di gestione è notevole. Il mancato guadagno è decisamente elevato.
Si supponga, ad esempio, di avere un'impresa con struttura dei costi: Se quest'impresa volesse aumentare del 2% il proprio utile soltanto incrementando la produzione, nelle ipotesi di mantenere invariata la struttura dei costi (fissi), senza tenere conto dell'ampliamento degli impianti, dovrebbe aumentare i suoi costi (solo variabili) del 67%.(Nota2) Facendo infatti una semplice proporzione,:

Ovvero, se prima la nostra ipotetica impresa spendeva 98 per guadagnare 2, ora spende 162 per guadagnare 5, ovvero un aumento dei costi del 67%, ovvero un aumento del mercato ipotizzato, ma per nulla realistico, del 60%.
Si dovrebbero effettuare nuovi investimenti, aumentare l'indebitamento, aumentare i costi di materie prime e componenti, nuove assunzioni, elevato costo di manodopera, e così via.

La risposta, quindi, sembra essere una sola, ovvero agire sui costi di gestione; infatti un taglio del 2% sui costi di approvvigionamento e di gestione in generale, si tramuta quasi integralmente in un aumento della rendita.
Bisogna trovare la maniera più opportuna per abbattere questi costi. Le proposte possono essere le più svariate, quali ad esempio una piattaforma logistica condivisa a livello distrettuale, per abbattere i costi di gestione del magazzino oppure, come si vedrà più avanti, il Magazzino Virtuale, utile per ottenere un abbattimento delle scorte di sicurezza.

Tutte queste soluzioni hanno come punto comune la cooperazione tra le imprese del Distretto.
E' palese che questa seconda soluzione sia da preferire di gran lunga a quella dell'aumento del fatturato. Ed è quello che si prefigge di fare lo strumento utilizzato in questo lavoro.

La seconda scelta effettuata è quella di agire su di un particolare tipo si scorta, ovvero quella dei materiali e componenti di manutenzione degli impianti e delle attrezzature.
In un'impresa manifatturiera esistono tre tipi di magazzini:
  1. Magazzino Materie Prime e semilavorati (in entrata)
  2. Magazzino Prodotti Finiti (in uscita)
  3. Magazzino materiali e componenti di manutenzione
Per le imprese distrettuali, di dimensioni medio-piccole, è molto difficile agire sulle scorte di primo tipo, in quanto molto legate alla committenza ed alle sue esigenze.
Sulle scorte di secondo tipo esistono già delle ipotesi di collaborazione interdistrettuale.

Le scorte di terzo tipo sono anch'esse di difficile previsione, in quanto è molto difficile sapere quando si romperà un martello, quando si romperà la punta di un trapano, o quando saranno inutilizzabili le lame di una fresa.

Ci sono diverse teorie statistiche che si occupano di questo problema.
I guasti di natura non casuale, si manifestano a seguito di fenomeni di degrado irreversibile la cui entità dipende dal tempo di funzionamento del componente. E' questo il caso di componenti meccanici soggetti ad usura, fatica e corrosione o ad una combinazione di tali fenomeni. In questi casi si utilizzano funzioni di probabilità di tipo noto (principalmente Weibull).
I guasti di natura casuale hanno tasso di guasto costante nel tempo, e distribuzione esponenziale negativa.

Il problema però sorge se l'impresa che effettua questa analisi è una piccola o media impresa, che ha la necessità di dimensionare le sue scorte di manutenzione.
Un'analisi sulla rottura dei materiali di manutenzione non è fattibile in un'impresa distrettuale, di tipo medio piccolo, perché non dispone dei grandi volumi di dati necessari per queste analisi, che di conseguenza risultano impossibili o non convenienti economicamente. Inoltre bisogna avere anche del personale adatto per fare questo tipo di previsione, ed in imprese di tipo a volte piccolissimo di circa 10-15 persone è quantomeno improbabile che ci sia qualcuno che abbia le competenze sufficienti per farle.

La necessità è quella di mantenere il volume minore possibile delle scorte di materiali di manutenzione, senza mai andare sottoscorta per periodi lunghi. Non avendo la possibilità di fare previsioni, bisogna agire in altro modo.

 


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